News: Marchisio: "Sogno la Juventus a vita!"

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[Thunder.]
view post Posted on 1/10/2012, 10:54     +1   -1




CITAZIONE
Claudio Marchisio ha parlato a Tuttosport, partendo dalla partita di sabato:

«Ho letto qualcosa dei giornali di sabato sì, anche se nel farlo è bene prendere qualche... precauzione. Gli umori sono mutevoli, basta guardare quel che è successo con Pirlo. Dopo partite come quella di sabato sera a leggere i resoconti si corre il rischio di esaltarsi. Ormai siamo abituati a essere marcati a uomo, invece la Roma è venuta a giocare la sua partita e ci ha lasciato molti spazi. Per uno con le mie caratteristiche inserirsi a quel punto è stato abbastanza semplice. La cosa fondamentale però è sempre l'equilibrio tra i reparti. A Firenze per esempio eravamo troppo bassi».

Partita di martedì:

«Quello contro lo Shakhtar è il classico impegno da prendere con le molle. Sarà un match decisivo o quantomeno molto importante. Vincendo saliremmo a quattro punti e poi avremmo davanti i due match con i danesi, sulla carta molto più semplici. La qualificazione sarebbe a un passo. Molti di noi hanno relativa esperienza a livello internazione e questo ci induce ad avere un po' di rispetto in più per i nostri avversari. Quella paura buona, ma forse paura non è il termine adatto. A Stamford Bridge non ne abbiamo avuta nemmeno un po'. Da quanto non si vedeva un'italiana imporre il proprio gioco in uno stadio inglese? Dall'avvento di Conte, in tutta sincerità, non abbiamo mai avuto l'impressione di essere prossimi a perdere una partita. Non è successo nemmeno a Londra, infatti dopo la doppietta di Oscar non ci è mai passato per la testa di chiuderci dietro per limitare i danni. Abbiamo reagito e la cosa fondamentale è stata di trovare il gol prima dell'intervallo. Proprio questa Champions dirà se io e Arturo siamo di quel livello. Per Pirlo il problema non si pone, lui ha già conquistato il mondo. Mi sento un giocatore importante, che qualcosa ha già messo in bacheca. Andrea ha dato tantissimo al Milan e lasciarlo per venire alla Juve è stato sicuramente un passaggio delicato e non facile. Oltretutto noi arrivavamo da due anni fallimentari, non era semplice scegliere la Juve in quel momento. Però dopo ha ricevuto parecchio. Lui ci ha dato la tranquillità. Ricordo i primi allenamenti, eravamo tutti stupiti dall'aplomb con cui gestiva i momenti delicati, l'essere sotto pressione. Tutti abbiamo preso qualcosa da lui. All'inizio il pubblico non capiva e mormorava per un appoggio all'indietro. Ora capita lo stesso se butti via il pallone... Conoscendolo mi viene il dubbio che nemmeno le abbia lette (le critiche di questi giorni). Di sicuro se qualcuno gliele ha riportate, non si è fatto intimorire. Ha continuato ad allenarsi con serenità, da professionista serio qual è. La forza di un grande giocatore è anche quella, non farsi condizionare da voti e voci. Per quanto riguarda me... Io sono arrivato qui che facevo le elementari e il mio timore era di essere uno dei pochi che nella Juve non hanno vinto nulla. Invece abbiamo iniziato a farlo nello scorso campionato e ora prosegue un processo importante. C'è molta voglia di crescere e proprio nessuna di fermarsi qui».

Condizioni della squadra:

«Siamo consapevoli di essere forti. Se siamo i più forti lo sapremo solo al termine del campionato. Certo la fenomenale cavalcata dello scorso anno ha portato sicurezza e serenità a ognuno di noi. Dal più esperto, Buffon, al più giovane, Marrone»

Sul Chelsea:

«Seguo la Premier e di solito noto ritmi molto blandi. Ieri per esempio il Chelsea ha risolto la partita grazie alle intuizioni dei suoi campioni, non per la qualità della prestazione. Noi siamo una squadra molto organizzata. Dopo un anno e mezzo che giochiamo insieme certi meccanismi sono automatici e ritengo che proprio questo ci divida da molti dei principali club europei. Loro vincono grazie alle prodezze del singolo, capitava pure al Milan fino allo scorso anno. La Juve i suoi successi li ottiene grazie alla forza dell'intero gruppo».

Un futuro fuori dall'Italia:

«Per l'avventurina è presto, mi sento molto giovane e ho un contratto lungo che mi lega alla Juve. Il mio sogno è che nel 2016, quando scadrà l'attuale accordo, mi venga proposto di prolungare per altri cinque. Dicono che io assomigli a Gerrard, come lui vorrei essere identificato con una sola squadra»
Carrellata su altri giocatori...
Pogba:

«Al pari di molti giocatori arrivati in estate, penso anche ad Asamoah e Isla, il francese è molto duttile. Certo non potrebbe fare l'esterno come loro due, ma può agire sia davanti alla difesa, sia da mezz'ala. E' un ragazzo dalle qualità importanti, per come l'abbiamo conosciuto mi sembra che abbia la testa a posto, ora ha solo bisogno di imparare e con Conte lo farà in fretta».

Gerrard o Lampard ?

«Gerrard».

Messi o Cristiano Ronaldo?

«Messi».

Ibra o Cavani?

«Questa è bella... Ibra ha fatto bene ovunque ha giocato. Però Cavani sta crescendo molto. Per di più in una piazza non facile. Questi per il Napoli sono anni importanti e non capitava dai tempi di Maradona. La Champions poi li ha migliorati molto. Dopo aver vissuto tanti casini, proprio i gol di Cavani possono riportare gli azzurri in alto».

Lui l'uomo anti-Juve:

«E' un po' presto, ma direi che sì, può essere lui l'anti-Juve. Soprattutto perché non è solo. Penso a Pandev, che da quando è partito Lavezzi non ha sbagliato un colpo. Poi c'è Hamsik, che mi è sempre piaciuto tantissimo. Lo ricordo nella Primavera del Brescia. Segnava già e non si è mai fermato».

Sul Torino:

«Personalmente sono felice che il Toro sia tornato in serie A. Lo sono per la città e anche per noi, perché di derby ne ho giocati soltanto due nell'anno di Ranieri e quelle sono sfide belle da assaporare. Oltretutto sarà la prima volta che un match si gioca davvero nella nostra casa e l'altro in quella loro. E questa è una novità interessante, un po' in stile Premier League. Si vede che per la prima volta in questi anni trascorsi tra A e B hanno un gioco, delle idee importanti. Ventura è un allenatore che mi piace. Fino a ieri avevano raccolto poco rispetto a quanto avevano seminato. Quando parlo con qualcuno del Toro dico che quelli sono 6 punti assicurati, poi vedremo».

La crisi vista da un calciatore:

«Una cosa di cui si parla frequentemente perché c'è e pure nel mondo del calcio. Io faccio parte di un'élite privilegiata, ma tanti ragazzi con cui ho fatto le giovanili hanno lasciato gli studi o lavori sicuri per provare la grande avventura e poi non sono arrivati. Nelle categorie inferiori il calcio è un lavoro come gli altri e se gli imprenditori non hanno soldi da investire, come di questi tempi, sono dolori. Sono onesto. Molto cerchiamo di dare, ma soprattutto riceviamo. Ogni urlo, ogni coro nei tuoi confronti è un'emozione impagabile. Soprattutto da quando abbiamo traslocato nel nuovo stadio».

 
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